La casa della fanciulla nello specchio

Ho vaghi ricordi di allora, pensieri fatti di bagliori colorati e suoni, riecheggiano vuoti nella mia testa. Mi rivedo correre nel giardino, sfiorare l’erba e annusare il profumo dei fiori. Vedo mia sorella giocare con me a nascondino, lei era più grande di me, vinceva sempre, ma a me non importava. Ricordo che correvo a perdifiato per poi atterrare puntualmente sulle gambe dei miei nonni, in cerca di conforto. Già i nonni, sento ogni tanto le loro voci che mi sgridano o che mi ordinano di sedermi a tavola: “la minestra si fredda!”.

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Tutto prima che quel male mi portasse via da loro. Via da loro, ma non da questo luogo. Vivo sempre qui, e lo farò per l’eternità. Vago ancora tra queste mura gelide, le vedo corrompersi ogni giorno di più, sento il rumore della pioggia infiltrarsi dal soffitto e piombare a terra in pesanti gocce. Sono perennemente sola qui dentro, giro per le stanze in cerca di una meta che non troverò, esco nel giardino anche se non sento più il profumo dei fiori e non riesco più a godere del massaggio dell’erba sotto i miei piedi nudi. Nei giorni più bui e piovosi mi rifugio nella camera dei nonni, è vuota e spoglia, solo un letto, due piccoli bauli maleodoranti ed un guardaroba vuoto. Poi c’è lei, la specchiera di nonna, ancora splendida, passo ore, forse giorni interi a lisciare i miei capelli con le dita e a fissare il mio volto riflesso, è dolce come allora, i miei lineamenti di bambina non sono solcati dalle rughe, non invecchiano e non cambiano nel tempo. Scendo e salgo su quelle scale, depredate del passamano per tutta la loro lunghezza, ma per me, leggera come sono, non fa differenza. Si, è vero, sono talmente leggera che posso fluttuare nell’aria, mi piace, riesco ad avvicinarmi a quell’affresco sul soffitto della sala fin quasi a sfiorarlo. È buffo mi ha sempre incusso timore il viso di quella donna, tanto che la notte evitavo di passare per quella stanza, ma ora non mi spaventa più, forse perché è l’unica compagnia che mi rimane, almeno finché il tempo e l’umidità non lo cancellerà. Posso salire anche in soffitta, porte e muri ora non mi sono più di ostacolo, salgo raramente perché mi rende triste vedere tutti i libri appartenuti al nonno ora sparsi a formare collinette sul pavimento. Per la maggior parte sono libri gialli, in vero non mi sono mai piaciuti molto, troppo complicati e poi ci scappa sempre il morto. Già, la morte nulla può descrivere meglio come sono io adesso…

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